C’è un momento, durante la liturgia nuziale, in cui il tempo sembra sospendersi. Non è il momento dello scambio degli anelli, né quello del bacio atteso. È un istante più quieto, quasi sussurrato, ma denso di un’eternità di significati: la Preghiera dei Fedeli. E all’interno di questo dialogo corale tra l’assemblea e Dio, una particolare intenzione si leva, carica di una commozione unica: quella per i genitori degli sposi.
In quel momento, lo sguardo della comunità, e soprattutto quello dei figli, si volge verso di loro, seduti in prima fila, testimoni silenziosi del compiersi di un ciclo.
Ma cosa contiene davvero quello sguardo? E cosa rappresenta, nel profondo, quella preghiera? Non è una semplice formalità, ma un atto spirituale di una ricchezza incalcolabile, un vero e proprio santuario di gratitudine eretto con le parole.
Per comprendere la portata di questa preghiera, dobbiamo prima sostare su ciò che i genitori vivono in quel giorno. I loro occhi non vedono semplicemente un uomo e una donna all’altare; vedono un intero film della vita che scorre a ritroso.
Vedono le mani incerte dei primi passi, le ginocchia sbucciate consolate con un bacio, la trepidazione del primo giorno di scuola. Vedono i capricci dell’adolescenza, le porte sbattute, le notti insonni passate in attesa di sentire il rumore della chiave nella toppa. Vedono i sogni che hanno incoraggiato, le paure che hanno placato, i sacrifici silenziosi che nessuno ha mai contato, intessuti nel tessuto quotidiano del loro amore.
Ogni pasto preparato, ogni ora di lavoro in più, ogni preoccupazione che ha solcato il loro volto era un piccolo mattone nella costruzione della persona che oggi è lì, pronta a iniziare una nuova vita.
Ed è proprio qui che la Preghiera dei Fedeli diventa un balsamo e una benedizione. Quando il lettore pronuncia le parole: “Per i genitori di [Sposo] e [Sposa]…”, avviene una magia.
L’attenzione si sposta dagli sposi, per un istante, e si posa su di loro. È la comunità intera, guidata dai figli, che dice: “Noi vi vediamo. Vediamo il vostro amore, riconosciamo il vostro sacrificio, onoriamo il vostro percorso”.
È un atto pubblico di riconoscenza che trasforma il loro amore invisibile in un patrimonio visibile e celebrato. Le parole della preghiera chiedono a Dio di ricompensarli, di donare loro pace, salute e serenità. Ma, a un livello più profondo, chiedono anche qualcos’altro.
Si prega perché il Signore dia loro la saggezza per accompagnare questa nuova famiglia con discrezione e rispetto, senza mai essere invadenti ma sempre presenti.
Si prega per la forza di trasformare il loro ruolo, diventando un porto sicuro a cui tornare, non un’ancora che trattiene.
Si prega perché la gioia di questo giorno non sia la fine di un capitolo, ma l’inizio di uno nuovo e ancora più ricco, quello in cui vedranno l’amore che hanno seminato fiorire e dare frutto, magari nel sorriso dei nipoti.
In questo senso, la preghiera non è solo un ringraziamento per il passato, ma anche una supplica per il futuro. È un modo per chiedere a Dio di benedire non solo la nuova coppia, ma l’intera architettura familiare che si sta ridefinendo.
Questa preghiera non è solo un ringraziamento formale. È un riconoscimento del loro sacrificio, un abbraccio spirituale che li avvolge, e soprattutto, un ponte tra due generazioni, tra chi ha insegnato ad amare e chi ora, a sua volta, pronuncia il “sì” per tutta la vita.
Grazie per le vostre mani che ci hanno sostenuto
Il peso e la dolcezza della riconoscenza
Quante volte, da bambini, abbiamo stretto quelle mani senza renderci conto della loro forza? Mani che hanno:
- Cullato i nostri pianti notturni
- Guidato i nostri primi passi
- Asciugato le lacrime dei fallimenti
- Applaudito alle nostre gioie
Ora, nel giorno del matrimonio, quelle stesse mani tremano leggermente, emozionate. Forse ripensano al loro stesso “sì” pronunciato anni prima, forse sentono il peso del tempo che scorre.
La preghiera dei fedeli per i genitori diventa allora un modo per dire:
“Grazie per averci insegnato che l’amore non è solo emozione, ma scelta quotidiana.”
Non è un caso che in molte culture, durante il rito nuziale, gli sposi si inchinino davanti ai loro genitori. Quel gesto antico dice: “Tutto ciò che siamo, lo dobbiamo a voi”.
Benedici, Signore, chi ci ha dato la vita
La preghiera che unisce cielo e terra
La formula classica recita:
“Preghiamo per i genitori degli sposi, perché il Signore li ricompensi per l’amore donato e li custodisca in salute e serenità.”
Queste parole non sono solo una petizione, ma un atto di giustizia spirituale. Perché i genitori hanno spesso amato in silenzio, senza chiedere nulla in cambio. Hanno vegliato, atteso, perdonato. Hanno messo da parte i loro sogni per coltivare i nostri.
Cosa possiamo chiedere per loro?
- La pace del cuore, sapendo che il loro compito è stato svolto con amore
- La gioia di vedere che il loro insegnamento ora fiorisce in una nuova famiglia
- La salute, perché possano camminare ancora a lungo accanto a noi
Una madre, durante il matrimonio di sua figlia, mi sussurrò: “Non è un addio, è un nuovo inizio.”* Ecco cosa dovrebbe esprimere questa preghiera: la continuità dell’amore, che non si interrompe, ma si trasforma.
Per chi ci ha insegnato a volare, ma resta con il cuore in sospeso
La vulnerabilità nascosta dietro un sorriso
C’è una scena che si ripete in ogni matrimonio: i genitori che fissano i figli con orghero e una punta di malinconia. Sorridono, ma i loro occhi brillano di lacrime non versate.
Perché quel giorno è anche un passaggio di testimone. Da ora in poi, i loro figli avranno un nuovo porto sicuro, un’altra famiglia a cui appartenere.
La preghiera per i genitori dovrebbe includere anche questa tenera fragilità:
“Signore, consola chi oggi lascia andare, donagli la certezza che il loro amore non sarà mai sostituito, ma solo ampliato.”
Un padre mi confessò una volta: “Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno. Ma non credevo che fosse così difficile essere felici e tristi allo stesso tempo.”*
Che possiamo onorarvi non solo con le parole
Dalla preghiera all’azione concreta
Pregare per i genitori durante il matrimonio è importante, ma non può essere un gesto isolato. Quella preghiera dovrebbe ispirare un impegno:
- Includerli nella nuova vita coniugale
- Ascoltare la loro saggezza, anche quando sembra “vecchia”
- Ricordarsi di loro non solo nei momenti di bisogno
Un’antica tradizione ebraica insegna che onorare i genitori è l’unico comandamento con una promessa terrena: “perché la tua vita si prolunghi”. Non è magia, ma verità profonda: chi sa riconoscere il proprio debito d’amore, impara a ricevere e donare amore in modo più pieno.
Preghiera dei Fedeli: Un Esempio Concreto
Ecco una possibile formulazione, da personalizzare con il proprio vissuto:
“Preghiamo per i nostri genitori, che con fatica e gioia ci hanno condotto fino a questo giorno. Ti ringraziamo, Signore, per il loro amore silenzioso e instancabile. Benedicili, custodiscili, dona loro serenità. E insegnaci a essere, per loro, figli riconoscenti non solo oggi, ma ogni giorno della nostra vita.”
Quel momento durante la messa nuziale non è un dovere liturgico, ma un’occasione sacra per:
- Riconoscere che nessun amore coniugale nasce dal vuoto
- Onorare chi ha piantato i semi di cui oggi raccogliamo i frutti
- Promettere che, mentre costruiamo la nostra famiglia, non dimenticheremo mai le nostre radici
Forse, il modo più bello per vivere questa preghiera è stringere la mano di nostro padre e abbracciare nostra madre dopo averla recitata. Senza troppe parole. Perché alcuni grazie sono troppo grandi per essere contenuti in un discorso.
E chissà che, anni dopo, quando toccherà a noi essere i genitori che asciugano una lacrima al matrimonio dei figli, non ripenseremo a questa preghiera con un sorriso di pace. Perché l’amore vero non conosce fine, e la preghiera dei fedeli per i genitori è proprio questo: un anello d’oro nella catena invisibile che lega le generazioni.
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